«Eh, sveglia!» -disse il tipo, scuotendolo- «Ora è passato, è stato duro ma è passato»
«Dove mi trovo? Mi sento frastornato e indolenzito, ma forse non è il termine giusto…»
«Frastornato si, indolenzito effettivamente no perché si riferisce al corpo; e tu il corpo non l’hai più…»
«Perché?»
«Oh bella, ma perché sei morto!»
«Mortooo?»
«Morto!»
Non riusciva a credere a quelle parole; vedeva, si vedeva e si toccava, anche se la percezione del tatto era più formicolante, elettrica se vogliamo. Ma non si dava pace di essere morto quando in fondo, si sentiva così vivo e presente a se stesso.
«Non preoccuparti –gli disse il suo interlocutore con dolcezza– è normale sentirsi così, capita a tutti dopo il grande salto; ed è normale non ricordare nulla o poco del tuo recente passato corporeo: qualche ricordo affiorerà pian piano; gli antichi greci avevano inventato il Lete, l’immaginario fiume degli inferi…
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