Me lo ha fatto venire in mente questa mattina il viso di una giovane donna con occhi di un blu profondo, capelli corvini, guance colorite e un sorriso luminoso. Una vetrina deliziosamente curata mi ha spinta a entrare nel suo negozio, dove in pochi minuti ho trovato quanto mi occorreva. Sono uscita indossando la sua espressione festosa. Non mi sono chiesta il perché di quella gioia. Dovevo capirne il motivo? Non sarebbe servito.
Posso tentare di capire concetti, nuove ricerche, vicende socio politiche… posso.

Ma, capire le espressioni della nostra cara Délphy, la nostra cagnolona mi è possibile? non ci provo nemmeno. Ci guardiamo e passano segnali non solo d’intesa, ma di affetto.
Guardo il viso di mia figlia e la posso capire? il suo profondo è là, sempre più intimamente suo. Afferro stati d’animo e sento, quando riesco, l’al di là del parlato. Ci sono sorrisi, sguardi corrucciati, desiderio di comunicare, voglia di confrontarsi, sfumate espressioni… C’è il suo mondo che sulla carta conosco da sempre, ma è proprio il suo. Lo apprezzo e lo lascio libero. Volerlo capire forse vorrebbe dire cercare di farlo mio, di fermarne un’immagine in me. Vibrare il più possibile all’unisono, quando accade, è felicità.
La comprensione o il dire “ti capisco” sono il rispetto, sono lo stare, l’essere vicini.
“Capire come è fatto l’Altro” mi fa venire in mente il capire com’è costruito un complesso motore, un assemblaggio di pezzi meccanici elettrici e elettronici. Per fortuna non siamo nulla di ciò.
In ultimo: mi capisco? il che porta a chiedermi mi conosco? so chi io sia?
Siamo in continua trasformazione, anche chi non vuole cambiare lo è. Ci sono le trasformazioni imposte dalla nostra fisiologia, quelle che ci arrivano dall’ambiente, persone comprese.
Sono un divenire in qualche modo abbracciato agli istanti. Grazie a questi abbracci colgo quanto è piccolo. Non potrei vivere di grandi eventi, sono così rari e poi ce ne saranno nel mio futuro?
Piuttosto so che nel qui e ora, se sono presente con tutta me stessa, posso cogliere bellezze e tristezze e questo mi fa sentire viva, mi consente di racimolare le apparenti briciole dei giorni: il sale e l’acqua!
Se notassimo i piccoli gesti, gli accadimenti all’apparenza privi di importanza, se del noto e del grande ci importasse poco, se lasciassimo che i nostri cervelli si occupassero solo di ciò che è veramente razionale lasciando libero campo al sentire, respiro dopo respiro, tutto cambierebbe. Tolti tutti questi “se” una vita diviene più ricca e leggera.
La realtà di cui facciamo parte è fatta di innumerevoli sorprese, che non sono fatti strabilianti e sempre positivi. Alleniamoci a vedere con attenzione e a tenere con cura. Ognuno ha la sua vista, la sua capacità di captare che allenata giunge a raccogliere i molti sapori della vita. Immaginiamoci come veri gourmet.