©C “Dita di mani di melo”
Come può capitare, era semplicemente alla ricerca di una cena, il suo pranzo era stato parco e rapido e desiderava qualcosa di cucinato come si deve, veramente sperava addirittura con amore.
Camminando il suo sguardo incrociò un insegna verde prato: “ Circolo della Torre”, già iniziò a pensare ad una trattoria con piatti semplici, ma profumati di vero. Circolo, magari un luogo di incontro? dove le persone non stanno serrate intorno e sopra i loro tavoli, ma si scambiano parole pur non conoscendosi? Di luoghi così ce ne sono, ma non dove abitava lui, forse lì la gente era pietrificata nel freddo e nella convinzione che qualsiasi sconosciuto potesse essere pericoloso.
Proseguì e nel giardino vide altalene, scivoli ed altri giochi per i bambini, di fianco all’entrata, come ornamento, una stufa bianca: una scelta calorosa.
Ciò che lo colpì di più furono due bei meli nell’inverno. Gli ricordarono quelli che aveva fatto piantare una ventina di anni prima. Era andato a scovare varietà antiche, perché le piante fossero robuste ed i frutti golosi. Sempre quando si sceglie un albero si pensa a come e quanto crescerà e lo si accudisce con adeguate potature, ogni bocciolo ed ogni fiore sono sorprese della primavera ed i frutti i doni dell’autunno.
Tornando in sé si disse: devo solo scegliere un luogo dove mangiare, perché tanti voli pindarici? No, non erano inutili pensieri, erano un insieme di cose che gli ricordavano casa, le apprezzava tutte quante e le aveva ora lì intorno a sé.
Bastava aspettare, entrare e osservare la gente, i camerieri, i piatti fumanti e chissà che dentro a quel Circolo non ci fosse un po’ di quanto cercava: dita di mani di melo che si sfiorano iniziando a chiacchierare.