IL FAMOSO RICERCATORE W a t z l a w i c k SPIEGA IL SUO METODO:
ASTUZIA, CREATIVITA’ E UN TOCCO D’ IMPROVVISAZIONE
Intervista del 1994
Depressione, anoressia, bulimia, attacchi di panico? Si curano in dieci sedute. Parola di Paul Watzlawick, profeta della psicoterapia breve, autore di testi psicanalitici di grande diffusione come “Istruzioni per rendersi infelici”, “Di bene in peggio”, “L’ arte del cambiamento” e “Change”.
Ecco, il segreto e’ tutto li’ : nel cambiamento, nella rottura di quel circolo vizioso che avviluppa i pazienti e, spesso, i loro familiari. Per farlo, assicura il settantenne ricercatore (e fondatore) del “Mental research institute” di Palo Alto (California), anni di terapia non servono. Ci vogliono astuzia, creativita’, un tocco di improvvisazione, la capacita’ di ribaltare il punto di vista in cui si dibatte il “malato”.
E’ una spina nel fianco della psichiatria ufficiale: “Ci accusano di essere superficiali e manipolatori, sospira l’anziano “eretico”, ma io rispondo: citatemi un esempio di aiuto che non sia manipolatore. Se mi butto in acqua per salvare uno che annega, lo manipolo. Il chirurgo che asporta un cancro, manipola. Cosi’ il terapeuta che cerca di liberare un paziente dalle sue fobie”. Metafore e allegorie costellano le spiegazioni di Watzlawick:
“Sapete la storia di Ali’ Baba’ che lascia ai suoi quattro figli 39 cammelli in eredita’ ? Al primogenito ne destina la meta’ , al secondo un quarto, al terzo un ottavo e al quarto un decimo. I figli litigano su quell’ impossibile ripartizione, senza mai arrivarne a capo”.
Ecco, spiega il ricercatore, queste sono le condizioni in cui noi troviamo i nostri pazienti. Hanno tentato di risolvere il loro problema in ogni modo, senza riuscirci.
Continuando la favola: “Arriva un saggio errante sul suo cammello. Ascolta il problema, scende e aggiunge il suo cammello agli altri 39. Ecco ora la suddivisione come prevista dal testamento diventa possibile: 20, 10, 5, 4. E, fatti i conti, alla fine avanza un cammello, quello del saggio errante, che rimonta in groppa e se ne va”.
Il saggio errante e’ il terapeuta”.
I problemi della psiche, spesso, sono piu’ aggrovigliati di quelli ereditari, ma Watzlawick mette in guardia dal potere negativo delle etichette: “Molte paure, molte ansie, come l’ agorafobia, il terrore di uscire in mezzo alla gente, nascono dal dubbio di poterne soffrire. Nel timore di star male, il paziente si chiude in casa. Cosi’ il depresso: talvolta si convince di essere malato anche perche’ gli altri lo trattano da malato, credendo di aiutarlo. La nostra terapia? Qualche volta suggeriamo ai pazienti di comprimere tutta la loro depressione quotidiana in 15 minuti, la sera. Se si convincono a rinviare tutto il loro malessere a quel quarto d’ ora, il gioco e’ fatto. Perche’ si accorgeranno di poter dominare la depressione e il tentativo di comprimere ed enfatizzare la sofferenza in 15 minuti gliela rendera’ quasi ridicola”.
(23 aprile 1994) – Corriere della Sera