
Capita che ci raccontiamo episodi della nostra vita come se fossero atti di una tragedia, chiedendoci teatrali “perché proprio a me”.
Questo genere di “perché” e le loro risposte non ci portano a nulla.
Sentendo o leggendo le vite del mondo, facendole nostre capiamo che quella nostra unica tragicità non esiste.
Torna utile un’altra domanda: “come” cerco il mio “posto comodo”?
Tutti a casa abbiamo l’angolo preferito per, la passeggiata che più di altre ci, lo scambio di impressioni con l’amico che… Quando entriamo per la prima volta in una camera con poltrone e divani scegliamo dove sederci; quel posto per qualche motivo ci piace, ci stiamo bene.
Il nostro intimo vuole il suo “posto comodo”, vuole stare bene, meglio vuole essere.
Troviamo il posto per l’auto, per la biancheria, per le vacanze, li cerchiamo e riteniamo che sia “più che logico” attivarsi.
Eccessivamente buttati verso l’esterno ci troviamo a calarci in scene e atti pesanti e tristi, magari credendo che sia colpa di persone e vicende, del passato e del presente.
L’intimo (a cui ognuno attribuisce il suo nome) ha bisogno di rispetto e attenzione. Va conosciuto con cura e accettato, per poterlo accudire.
Un cucciolo di mammifero ha la sua tana, la mamma e dei fratelli: la nicchia! e così cresce a tutto tondo.

“L’intimo è tanto forte quanto delicato. Immagina di crescerlo, di tenerlo d’occhio, parlagli amorevolmente. Ha le sue debolezze, i suoi lati oscuri, le sue bellezze. Per conoscerlo ci vuole tempo, anche per accettarlo. La sua saggezza cresce nel tempo.
Dagli il suo comodo posto, un posto dove divenga armonico. Senti i suoi racconti. Nascerà una stretta conoscenza, un’amicizia. Sceglierai più facilmente, libero da tanti perché. L’unione col tuo intimo ti rende saldo.
Conoscerlo e amarlo equivale a vivere nella tua interezza e nella tua pienezza.
Prendi tempo per te stesso, non è un atto di egoismo, ma lo scegliere di essere la tua Persona, per come è nata, è ora e sarà”.