Un vaso non è mai vuoto, contiene gas, sempre in movimento, come una mente che brulica di idee, come un cuore che pulsa, come passi alla ricerca.
Si parla di Persone vuote, ma come dirlo se non si è loro? chissà cosa c’è oltre e dentro l’apparente effimero. Si può dire mi sento svuotato, il che però coincide col sapere qual è un qualsiasi tipo di pienezza.
Un vaso può traboccare di buon senso e di bene, come di sciocchezze ed intemperie. Può essere come fiori ridenti o lave incandescenti.
Vivono vasi per scelta fermento per se stessi e per chi ci sta loro vicino. Scivolano e scorrono, non appariscenti, confusi col mondo perché qualcuno si accorga non di loro, neppur tanto dei loro pensieri, ma del come vivono. Sono come gocce che via una l’altra cadono dentro vasi comunicanti.
Cercano il confronto e quella che comunemente viene detta crescita personale, ma che quella ancora non è. E’ piuttosto simile alla ricerca dello stare bene qui dove viviamo, in sintonia col dentro e con chi e cosa ci sta intorno. E’ come lasciarsi andare ad ogni momento dimentichi di stalattiti, simili a fili d’erba nei campi, che nulla sanno ma molto sentono.
Ognuno mantiene la sua forma, quindi la sua unicità, regalando all’insieme quella variabilità di cui tutti abbiamo bisogno.
Le gocce sono preziose come l’acqua, come terra fertile offerta a chi vuole germinare.
Sono di tutto, persino sguardi apparentemente perduti, in realtà intravisti e fermi dentro.