
Pensando alla leggerezza la si correla alla pesantezza.
Le si può entrambe immaginare visivamente, accompagnate da un brano musicale, persino con un loro odore, sentirle più o meno vicine-lontane da noi …
La pesantezza schiaccia, anche poderosamente, al suolo, lasciando nel buio e con un esile respiro. Fa sentire simili al nulla, annientati, incapaci di agire e pensare.
Quante urla sono state lanciate da donne e uomini, strazianti. Quanti bambini coi loro pianti hanno proclamato il loro immenso dolore. Pesantezze agite da chissà cosa, non riconosciute al nascere, subite credendo che nulla si potesse fare.
Ammettiamo: ne abbiamo vissute tutti, magari se queste potessero renderci più vicini!
Per molti, purtroppo non per tutti, giunge l’attimo in cui una fiammella tiepida e luminosa trasmette la forza per alzarsi: prima in ginocchio, poi in piedi e infine col capo dritto di fronte a noi. Di fronte a noi per cogliere una nuova via e farla diventare la nostra.
Da questo momento sempre più forti, ad uno ad uno, abbandoniamo i nostri pesi sentendo crescere uno “spazio vuoto”, leggero. Riempiremo quel vuoto col solo essenziale, con quanto realmente ci occorre per proseguire il nostro “viaggio”. Ogni qualvolta capiremo di dover buttare o cogliere lo faremo e col tempo saremo sempre più abili, perché attenti, nel valutare pesantezza e leggerezza nei nostri giorni.
Se la pesantezza può farci sentire simili, la leggerezza ci consente di condividere parti intense della nostra vita, di sentire che passi lievi vicino ai nostri irradiano le giornate. Soprattutto facilitano l’avvicinarsi alla coerenza e a quel po’ di serenità che da questo mondo cogliamo.
Come un fuscello
su corrente d’acqua
lievi trasportati
nelle nostre vite …