…cercando oltre ogni nuovo arco…

Passeggiando nel centro storico della mia città, mi sono ritrovata in una via breve e stretta, dove archi e volte giocano a rincorrersi.
I raggi del sole mi hanno guidata verso particolari architettonici, scorci inaspettati, ciuffi d’erba tra mattoni lavorati dal tempo. Mi son sentita una turista con il naso all’insù e gli occhi attenti. A due passi da casa, complici un cielo terso e un vento fresco, sono planata in un’atmosfera festosa.
Un arco? un vedere oltre, un passare sotto, un raggiungere il nuovo, un sostegno, un’unione, uno scorcio, un’inquadratura che ti si pone lì di fronte, offrendoti la possibilità di mettere a fuoco particolari disgiunti dal tutto. Un arco ti invita a osservare attento, a sbirciare come da finestre appena socchiuse in un luogo sconosciuto.
Arrivando sotto una volta si entra in una zona d’ombra e si prova il desiderio di alzare lo sguardo per osservarne l’apice. Continuando a camminare si varca una soglia, accompagnati da sentimenti misti tra curiosità, timore, prudenza e stupore.
In ognuno di noi abitano vie inesplorate, vicoli in ombra, archi alti al cielo, volte misteriose… in ciascuno un labirinto del Sè con luci e certezze, che si mescolano al buio e al vago, alla sicurezza e alla paura…
Siamo un tutto tondo con una sua complessa multiformità: il dentro, il fuori, la superficie, i legami con l’intorno.
Avventuriamoci nel nuovo facendoci trasportare dai profumi e dai suoni dell’aria, dal percorso del sole nel cielo, dalla certezza dell’alba e del tramonto, dal nostro respiro.
La conoscenza e il confronto col nuovo mi ricordano proprio gli archi e le volte che uniscono e sorreggono.