Considerandosi sempre più maestro e precursore venne poi colto dal desiderio di avere degli allievi affinché il suo pensiero ed il suo metodo potesse avere in futuro il giusto riconoscimento fra i libri di storia. E qui i biografi sono incerti: quale metodo?
Quello chiamato dei “7 sospiri” o quello “Dell’ombelico tremante”?
Oppure ancora “Convulsioni dell’anima e contratture” o “Dissenteria e spasmi dell’inconscio”?
Scrisse (o meglio gli scrissero, visto che la grammatica, la punteggiatura e la sintassi non erano le sue migliori amiche) numerosi pamphlet di scarso successo che però erano i testi sacri della corte di Gurulandia dove i devoti, come li chiamava lui, non potevano esprimere opinioni personali, apportando correzioni o visioni alternative.
Ci fu un giovine adepto che, all’ennesima, ripetuta e trita esternazione sulla visione della realtà, sull’osservatore osservato ecc. non ne poté più ed incautamente disse in tono accorato:
“Ma Maestro se ognuno di noi ha…
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