TRADIRE

Non voglio coniugare questo verbo e ora vi racconto il perché.

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Ph. Cristina Merlo

Quante volte abbiamo tradito i nostri ideali (lo so parola persino altisonante), i nostri obbiettivi, le nostre responsabilità, anche il nostro io nella sua totalità. Se ci penso e se ci pensate chissà quale sorta di capogiro. Sentite sensi di colpa in arrivo? chi sì, chi no.

Quanto spesso abbiamo tradito Persone, anche quelle scelte per la vita, gli amici, i familiari. Lo abbiamo fatto con pensieri intensi, fantasiosi, errabondi, sensuali. In arrivo un groppo alla gola, i visceri contratti?

Siamo stati traditi? un ricordo: l’amica del cuore che smise di scrivermi e telefonare, insomma scomparve. Soffrii intensamente, poi d’un tratto compresi che i nostri mondi erano ormai molto diversi. Nessun tradimento! vie che col tempo si erano biforcate.

Se pensiamo alle strade su cui siamo stati, che abbiamo scelte, vissute anche intensamente, quante sono ora solo nei nostri ricordi? non possiamo essere presenti in più cammini, scegliamo.

Tradire spesso è frutto dello scegliere. Ci sono scelte fatte o subìte che generano dolore, ma non hanno a che fare col male.

Quando ci sentiamo feriti possiamo ricorrere a due amorevoli cicatrizzanti: il perdono e l’accettazione.

Quelle che all’inizio paiono ingiustizie incomprensibili, divengono col tempo comprensione.

Per i nostri sensi di colpa, per il nostro corpo che ci dice “quanto soffro” il medicamento è lo stesso: perdono e accettazione.

Ogni forma di tradimento, reso consapevole e conosciuto intimamente cede il passo alla  f i d u c i a. Questa abita in noi come sorgente limpida, come sole all’alba, come fermezza della terra sotto i nostri piedi.

Dimentichiamo i tradimenti, di qualsiasi forma e tutte le ferite sono ora cicatrici pronte a svanire.

Abbiamo coniugato questo verbo in tutti i tempi, transitivi e intransitivi. Facciamocene una ragione, cogliendo l’occasione per fare pace col tradire.

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Ph. ©Sebastião Salgado

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