Mi piace questo gioco di parole.
Due momenti completamente diversi: il primo occupato nel fare, il secondo sospeso nell’essere.
Sono tanti i tipi di sorprese. Si possono anche acquistare e riescono ad essere gradite, a emozionare.
Ora pensavo ad altre sorprese, quelle che nascono spontanee, senza passare dal pensiero, giungono come un guizzo.
Le sorprese ricevute aprono varchi, spalancano orizzonti e illuminano vie.
Accendere occhi sorpresi è un dono e un frutto di esercizio.
Si impara a sorprendere: piccoli tocchi di novità e gentilezze vestiti su misura per ogni Persona. Ci vuole un’attenta e delicata fantasia.
Forse è più difficile farsi sorprendere, da qualsiasi tipo di creatura, da sensazioni e emozioni. Ci si veste di apertura al tutto e al dove. Uno sguardo aperto, mani spalancate e quel respiro profondo che gioioso coglie.
In queste righe ho ridondato di “sorprese”,
è un invito a farlo, lasciandosi andare, sì semplicemente lasciandosi andare…
Chi sorpreso per il non visto, l’intravisto, il fugace
tace con una luce che brilla dentro,
chi lo rivela a pochi.
Voglio per attimi vibrare i colori che scopro,
illuminare dolori, intemperie e secche,
voglio attenta cogliere sfumature di bellezze intense e timide.
Voglio danzare
con chi e vicino a chi ama questa vita
in tutta la sua complessa multiformità.
Voglio vedere il diverso e il controverso
provare a sfiorarlo con delicatezza
e iniziare a comprenderlo.